venerdì 15 novembre 2013

CONSAPEVOLEZZA E VALORAZZAZIONE DEI BENI CULTURALI Dopo 10 secoli il monaco Giovanni “ritorna” nel luogo dove è vissuto






Conoscere la storia del luogo dove si vive significa saperlo apprezzare e averne rispetto. Compito delle istituzioni è quello di tutelare, valorizzare e promuovere quei luoghi che hanno una grande valenza storica ed ambientale come nel caso dell’area di Fra-Giovanni e della “Cascata dell’Amore”, come è stata di recente definita. Questo termine è stato coniato, appunto, nel corso di una trasmissione Rai per il fatto che è uno dei luoghi preferito dai fotografi come scenario naturale, molto suggestivo, una splendida cornice alle foto dei matrimoni e non solo. Non dobbiamo dimenticare, però, che il fiume Rosa scorre ai piedi del Santuario della Madonna del Pettoruto ed è legato al lancio della pietruzza: questa è una tradizione molto antica e bene-augurante, i pellegrini che sin da tempi remoti si recano in visita alla Madonna, lanciano delle piccole pietre nel fiume, soprattutto le ragazze in attesa del “principe azzurro”, si stabiliva, così, una sorte di legame indissolubile che quasi impegnava a ritornare l’anno successivo, infatti, molte ragazze offrivano poi in dono alla Madonna il proprio abito nuziale in segno di grazia ricevuta…
Ma ritorniamo alla fontana di Fra-Giovanni, la stratigrafia muraria, i materiali utilizzati e la tecnica edilizia indicano che fu costruita nella seconda metà del X secolo ad opera dei monaci del vicino monastero bizantino di San Sozonte (il terzo più grande della Calabria, come risulta dagli atti normanni della fine dell’XI secolo). In questo luogo si trovava l’officina per la lavorazione della ceramica del monaco vasaio Ioannis. Egli entrò nel monastero nel 1081 a soli 15 anni e morì alla venerabile età di 91 anni, come risulta nel bios del monaco Pascasio di Rossano, recatosi al monastero per pregare. Nel bios del monaco rossanese si fa menzione del monaco vasaio e della bellezza dei suoi vasi, che ancora dopo la sua morte erano conservati nel monastero. È molto probabile che  Ioannis sia morto in alone di santità, visto che gli fu intitolata la fontana che sorge nel luogo dove lui dedicava il suo tempo al lavoro ed alla preghiera.   
A distanza di dieci secoli il nome del monaco bizantino è particolarmente caro ad ogni sansostese proprio per la suggestiva bellezza del luogo a tal punto che Lucio Aragona, un sansostese trapiantato a Roma ha voluto regalare una piccola scultura raffigurante il monaco Ioannis. La statuetta è stata alloggiata in un’edicola realizzata per l’occasione.
È un buon inizio il tentativo intrapreso dall’Amministrazione De Marco per il recupero e la valorizzazione di questo luogo della memoria, ricordiamo che è già stata realizzata un’area pic-nic con fondi dell’Ente Parco Nazionale del Pollino; ricordiamo l’azione di tutela che la Pro-Loco “Artemisia” sta portando avanti già da qualche anno e la serata musicale del mese di agosto (appuntamento fisso) che riscuote notevole successo. Ma non basta! Per far si che l’idea si concretizzi e diventi opportunità di sviluppo per l’intera collettività c’è bisogno di un’azione più incisiva protesa in primo luogo alla bonifica dell’intera a area; infatti, la tutela e la valorizzazione dei beni culturali presuppone l’osservazione una serie di vincoli e prescrizioni (atte  a migliorare e preservare lo stato dei luoghi), previste e sancite dal Codice dei Beni Culturali. Siamo pronti a questo?

Infine, è necessario che il cittadino prenda coscienza che questo posto meraviglioso appartiene a tutti e pertanto dev’essere rispettato. È un appello rivolto a tutti coloro che, irriverenti nei confronti di se stessi e degli altri, lasciano ogni genere di immondizia in bella mostra e magari hanno pure il coraggio di lamentarsi perché non è sufficientemente curato! È semplicemente questione di buon senso ed educazione...